Bimbi sani anche da grandi?

Occhio allo zucchero!

La Nostra Salute

  • Ricevere poco zucchero nell’utero e nei primi 1000 giorni di vita (2 anni e 9 mesi) riduce il rischio futuro di malattie croniche: lo rivela un nuovo studio.
  • I primi 1000 giorni di vita si rivelano un periodo critico per lo stato di salute da adulti.
  • L’alimentazione della madre è importante per il benessere del nascituro, ma anche quella del padre conta molto.

Chi segue regolarmente il mio sito ormai lo saprà bene: mangiare (e comportarsi!) bene prima del concepimento e durante la gravidanza significa armare di tutto punto il nascituro per i primi anni di vita e per un futuro di salute e benessere. Viceversa, mangiare troppo o male vuol dire esporre il futuro adulto al rischio di obesità, tumori e diabete. A sostenerlo è ormai una grande mole di studi. Ma nel dettaglio è difficile stabilire quale alimento possa davvero fare la differenza, perché ovviamente non c’è un solo cibo in ballo. Così la prof. Tadeja Gracner e colleghi, autori dello studio pubblicato a fine ottobre su Science, hanno avuto l’idea geniale di esaminare dati risalenti alla seconda guerra mondiale, periodo di razionamento di molti cibi.

Giù lo zucchero, su la salute!

I ricercatori hanno sfruttato un esperimento naturale condotto nel Regno Unito durante la 2a guerra e negli anni successivi (fino al 1953), quando lo zucchero e i dolciumi furono rigidamente razionati a circa 40 g al giorno dai 2 anni in su (al di sotto dei due anni, proprio niente zucchero). È interessante osservare che le persone furono costrette a mangiare il dosaggio di zucchero suggerito dalle linee guida odierne! Ma indovinate un po’ cosa accadde non appena la restrizione fu tolta? I consumi raddoppiarono di botto, cosa che non accadde con altri alimenti razionati e tornati al libero consumo in periodi diversi. Così l’attenzione degli studiosi si focalizzò proprio sullo zucchero: i bambini nati prima del 1953 ne avevano assunto poco nella pancia della mamma (-30%) e proprio per niente dopo la nascita. Fortunelli!

Infatti, basandosi sui dati della UK Biobank – un ampio database medico – relativi a persone che non avevano conosciuto il razionamento dello zucchero nell’utero e nei primi 1000 giorni di vita, ed effettuati i necessari confronti, i ricercatori hanno potuto valutare gli effetti benefici della restrizione nel tempo: riduzione del rischio di diabete 2 di circa il 35% e di ipertensione di circa il 20%; esordio ritardato del primo di 4 anni e della seconda di 2 anni. Stiamo parlando di due fattori di rischio importanti per tante malattie croniche: ictus, demenza, patologie cardiovascolari, tumori… Giusto come promemoria, ricordiamo anche che un diabete avanzato aumenta il rischio di perdere la vista o di subire amputazioni agli arti inferiori… La riduzione dello zucchero solo nella pancia della mamma riduceva di un terzo il rischio, il quale però diminutiva ulteriormente e in modo più evidente se la restrizione proseguiva fino a 6 mesi, al momento di inserire i cibi solidi.

Ma certo non si sistema tutto semplicemente riducendo gli zuccheri.

Occhio al concepimento!

Per il futuro benessere, lo sappiamo, molto conta lo stile di vita materno in gravidanza: il livello di attività fisica, l’assunzione di nutrienti giusti con una dieta adeguata, perfino la qualità del sonno. Secondo gli studi, se la mamma dorme poco e male sono a rischio lo sviluppo neuro cognitivo del bambino e il suo peso forma.

Ma pure il periodo del pre-concepimento è importante. Però, prima di dare tutta la colpa alla donna, sentite un po’ cosa dicono gli studi: uno del 2022 si intitola proprio “Fathers matter from the start: The role of expectant fathers in child development” [I padri contano fin dall’inizio: il ruolo dei futuri papà nello sviluppo del bambino]. Ma potete approfondire anche in questo mio precedente articolo.

Non dimentichiamo che il 50% del DNA proviene dall’uomo. Se prima del concepimento lui non cura lo stile di vita, ne risente la qualità degli spermatozoi. Di conseguenza per la donna aumenta il rischio di ipertensione e di parto anticipato, per il feto quello di basso peso alla nascita o di sovrappeso. È quindi importante che il padre mangi bene, ma anche che eviti di bere o fumare. Uno studio del 2023 denuncia che sulle bevande alcoliche ci sono avvertenze solo per la madre, ma non per il padre: se questi esagera con l’alcol prima del concepimento, il nascituro rischia la sindrome feto-alcolica con le sue conseguenze (problemi ossei, cognitivi e comportamentali). Quanto al fumo, il nascituro rischia cardiopatie congenite, difetti del tubo neurale e problemi agli arti. Inutile dire che il padre non dovrebbe fumare nemmeno durante la gravidanza!

Se fin qui tutto è stato fatto per bene, non resta che proseguire sulla buona strada anche dopo il parto, facendo attenzione in primis al consumo di zucchero.

Un diffuso eccesso

Secondo l’OMS, sotto i 2 anni i bambini non dovrebbero proprio consumare zuccheri aggiunti. In seguito, l’apporto dovrebbe limitarsi al 5% delle calorie totali: ogni 1000 calorie, sono 50 calorie di zuccheri aggiunti, cioè 3 cucchiaini. Si fa presto a raggiungerli: una bustina di zucchero per il caffè corrisponde a 1 cucchiaino, una bibita ne contiene circa 8 cucchiaini.

Ma quanto zucchero ingeriscono invece i bambini (complici gli adulti che li lasciano fare)? I dati non sono recentissimi, ma significativi. Negli Usa, nel 2017-2018 i giovani tra 2 e 19 anni consumavano in media 17 cucchiaini al giorno. Venendo all’Europa, nel 2019 Nutrition foundation of Italy riportava che mediamente per i bambini sopra i 2 anni l’apporto di zuccheri aggiunti raggiungeva il 18% delle calorie totali quotidiane: ben il 27,2% in Germania, “appena” il 13,2% in Italia.

La buona notizia? Basterebbe davvero poco per limitare il consumo. Secondo uno studio pubblicato a luglio, nel Regno Unito, dopo l’introduzione della sugar tax sulle bibite, si è assistito in tre anni a una netta riduzione dei consumi di queste bevande da parte dei bambini, il cui ingerimento di zuccheri aggiunti è passato da 70 a 45 grammi al giorno. Ancora troppo, ma è già qualcosa. E noi, in Italia, cosa aspettiamo ad approvare la legge, che da anni sosta in un cassetto?

In pratica: colazioni e merende

Chi ha detto che prima del concepimento mamma e papà debbano rinunciare ai dolci, o che lo debba fare la donna in dolce attesa? Non c’è motivo di privarsi di spuntini e colazioni dolci, a patto che gli zuccheri aggiunti siano pochi e solo di qualità come ad esempio miele o malto, lasciando lo zucchero per le grandi occasioni. Auspicabilmente, questo modo di mangiare dovrebbe diventare un’abitudine, da trasmettere al bimbo non appena potrà gustare queste dolcezze al naturale. Vi lascio un esempio per sostituire velocemente dolci o biscotti a colazione, altre ricette le trovate nelle ricette pubblicate.

Pane a pasta madre e…

burro e miele

burro di mandorle e composta senza zuccheri aggiunti

ricotta, albicocche secche ammollate e tritate.

Foto di ENESFİLM in Pexels.

 

 

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