Quanta acqua dobbiamo bere?

Il Nostro Cibo

Numerosi studi hanno dimostrato che la disidratazione diminuisce il tempo di sopravvivenza, questo accade perché il metabolismo cellulare, ad esempio la disintossicazione nel fegato, l’assorbimento dell’ossigeno da parte dei polmoni, il battito cardiaco e tutto il resto, avvengono correttamente solamente in presenza di adeguate quantità di acqua.

L’acqua è talmente importante che si è creata anche una scuola di pensiero, la “Medicina semplificata” che sostiene che l’acqua cura tutti i mali! Esagerato? Sicuramente una corretta idratazione aiuta a migliorare la nostra qualità di vita, mettendoci nelle condizioni di ridurre l’uso di farmaci (anche naturali!).

Il contenuto d’acqua nel nostro organismo adulto varia dal 60 al 75% del peso corporeo ed è distribuita in modo eterogeneo nei diversi organi, il tessuto adiposo (grasso) ne contiene solamente il 10 %.

cervello

75 %

cuore

75 %

polmoni

86 %

fegato

86 %

reni

83 %

muscoli

75%

sangue

83%

Una perdita di acqua intorno al 1% del peso corporeo ci porta già delle conseguenze sulla prestazione psicofisica, sia a livello muscolare anticipando la stanchezza e l’eventuale comparsa di crampi, ma anche per quanto riguarda un senso di annebbiamento mentale e una riduzione della concentrazione. Questo stato può disturbarci nel prendere decisioni ad esempio ci fa confondere il senso di sete con quello di fame!

Possiamo calcolare la quantità di acqua di cui abbiamo bisogno, in aggiunta a quella che introduciamo con gli alimenti, facendo questa semplice operazione: (peso in kg/10) x 0,28.

Il fabbisogno aumenta in gravidanza e allattamento, facendo sport, ma anche durante le infezioni, durante la febbre e quando si assumono farmaci.

Un buon modo per valutare se stiamo bevendo a sufficienza è guardare il colore dell’urina: se è giallo intenso verso l’arancio significa che si è molto disidratati, l’urina gialla significa mediamente disidratato, l’urina trasparente invece significa che il corpo è idratato.

E regolarsi seguendo il senso della sete?

Il senso di sete arriva un po’ in ritardo, soprattutto perché reidratarsi non è una cosa immediata, il nostro corpo ci mette circa 48 ore! Questo vale soprattutto per le persone che non consumano le adeguate quantità di frutta e verdura quotidianamente (almeno 6/700 g al giorno tra frutta e verdura che contengono acqua e minerali ad azione idratante) oppure nelle persone che prendono farmaci, o altre situazioni che portano ad avere un ridotto introito o un’aumentata perdita di acqua. Vi potete fare un’idea guardando il colore dell’urina, se è troppo carico vuol dire che avete bisogno di bere più acqua! Può invece non risultare così vera, questa affermazione, per quelle persone che mangiano quotidianamente almeno mezzo chilo di verdura e 3-4 etti di frutta, che appena sentono lo stimolo della sete bevono, che producono un’urina trasparente.

Attenzione perché, paradossalmente, è più facile disidratarsi d’inverno che d’estate, perché percepiamo di meno la traspirazione della pelle e facciamo fatica a bere l’acqua a temperatura ambiente, ma le necessità del nostro corpo ci sono lo stesso!

Acqua ai pasti o fuori pasto?

Bere ai pasti o lontano dai pasti ha due effetti diversi. L’acqua consumata ai pasti aiuta la digestione e favorisce il transito intestinale idratando il bolo alimentare. Ma solo se è nella giusta quantità! Il nostro stomaco riesce a sopportare l’equivalente di 1-2 bicchieri di acqua per pasto, l’eccesso andrà a diluire i succhi gastrici portando a un rallentamento della digestione e a senso di pesantezza e gonfiore. L’acqua consumata fuori pasto invece svolge un ruolo di pulizia dello stomaco e ha un’azione drenante e diuretica sull’organismo.

Ecco qui di seguito i fabbisogni espressi dalle linee guida italiane più recenti:

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