Colite
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Colite è un termine generico con cui si descrive, o si ipotizza, un’infiammazione alla parte dell’intestino chiamata colon. Può essere acuta o cronica, e in questo caso durare per molti mesi o addirittura anni. Da indagini approfondite sul sangue, attraverso colonscopia, tac, e altri esami specifici può essere fatta diagnosi di un particolare tipo di colite (eosinofila, colite ulcerosa, morbo di Crohn, ecc.) ma molte persone, afflitte da colite, non rientrano in nessun quadro patologico, ma continuano ad avere disturbi che possono anche compromettere la quotidianità e la socialità. In questo articolo mi occuperò proprio di questa parte.
La colite è uno dei mali del nostro secolo, perché essendo l’intestino il nostro secondo cervello scarichiamo lì molte emozioni negative come paura, tensione, arrabbiature, insoddisfazioni, spesso anche in modo inconsapevole, attraverso vie di comunicazione dirette che abbiamo aperto durante l’infanzia e che continuiamo a percorrere automaticamente. Le manifestazioni della colite e dell’intestino irritabile possono essere di varie con dolori crampiformi oppure malessere diffuso con sensazione o presenza di febbricola, scariche di diarrea, fino ad arrivare all’incontinenza fecale, alternate a stipsi oppure diarrea mattutina, gonfiori e tensioni addominali come se la pancia diventasse un palloncino. Tutte queste manifestazioni rappresentano le conseguenze di una disbiosi intestinale, una situazione in cui il microbiota perde variabilità, ovvero ha perso specie protettive di lattobacilli, quei batteri che producono sostanze antinfiammatorie, che riducono le fermentazioni intestinali, che contrastano lo svilupparsi della candida intestinale. Mentre aumentano specie di batteri che favoriscono le fermentazioni, aumentano i miceti come la Candida albicans e man mano che l’intestino peggiora si tende ad eliminare proprio quegli alimenti che sarebbero indispensabili per far aumentare i lattobacilli come frutta e verdura, legumi e cereali integrali perché oggettivamente peggiorano la sintomatologia.
Come uscire dal vicolo cieco?
In questi casi è difficile il faidate perché i tempi di risposta possono essere lunghi, può esserci bisogno di eliminare qualche alimento per una finestra di tempo e spesso è difficile da soli individuare, eliminare e reintrodurre con la giusta frequenza gli alimenti che stanno disturbando. Poi il percorso va supportato da integratori specifici di lattobacilli (che se presi nel momento sbagliato possono peggiorare i sintomi), con l’aiuto contemporaneo di fitoterapici e oligoterapici.
Ma ci sono sicuramente dei cambiamenti che vi possono aiutare. Vale sempre il consiglio di idratarsi bene, almeno 2 litri anche 3 al giorno perché l’acqua è il primo antinfiammatorio. Dormire le ore giuste, perché anche un ritmo del sonno sfasato influisce sul corretto equilibrio intestinale, e quindi 7/8 ore coricandosi prima della mezzanotte. Muoversi, l’intestino ha bisogno di essere massaggiato dalla respirazione e dal movimento, rimanendo seduti favoriamo le fermentazioni e l’ambiente poco ossigenato favorisce la crescita della candida. Per quanto riguarda l’alimentazione le verdure non vanno assolutamente eliminate. Un primo approccio può essere quello di scegliere quelle che generalmente fermentano poco come le carote, i finocchi, i radicchi e utilizzare piccole quantità delle altre verdure. Poca frutta verificando che venga tollerata bene, i cereali integrali solitamente vengono tollerati bene, tranne l’orzo che comunque è da verificare perché se non vi da noia è di grande aiuto. I semi oleosi come mandorle, noci, nocciole vengono tollerati bene, ma sono da provare uno alla volta. I legumi vanno bene solo passati con il passaverdure, non frullati perché non eliminereste le bucce e in più frullando si ingloba aria che poi favorirebbe lo stato di tensione nell’intestino. Pochi formaggi, meglio rivolgersi a ricotta e yogurt come latticini, solitamente vanno bene le uova. Se siete abituati a consumare carne e pesce, provate a togliere la carne rossa, perché tende a infiammare l’intestino, consumate poco pesce e carni bianche.
In alcuni casi però l’intestino iperfermenta alcuni tipi di zuccheri come il lattosio e il fruttosio, che troviamo trasversalmente nel mondo vegetale. In questi casi bisogna cambiare punto di vista e eliminare tutti quelli che vengono chiamati FODMAP, che tratterò in un articolo a parte vista la loro complessità. In altri casi vanno evitati completamente gli alimenti istaminici ovvero quegli alimenti che contengono o liberano istamina, e anche questi li tratteremo in un altro articolo.
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