MICI (Malattie Croniche Intestinali)

La Nostra Salute

Il termine Malattie Croniche intestinali (MICI) raccoglie due diverse patologie, i cui sintomi possono sovrapporsi e confondersi, la cui eziologia è ancora misconosciuta. La Rettocolite Ulcerosa che colpisce l’ultimo tratto dell’intestino, il colon, il morbo di Crohn che può interessare qualsiasi tratto dell’apparato digerente. Queste patologie sono diffuse prevalentemente nella popolazione dai 20 ai 40 anni e hanno mostrato un tasso di crescita preoccupante in quest’ultimo secolo, in parte probabilmente dovuta al miglioramento delle tecniche diagnostiche, ma per la maggior parte dovuta al peggioramento degli stili di vita, dell’alimentazione e un aumento della sedentarietà.

Queste malattie sono caratterizzate da squilibri del sistema immunitario e del microbiota intestinale, da un’alternanza tra periodi di malattia acuta e periodi di remissione che possono durare anche molti anni, tanto da far pensare, in alcuni casi, ad una guarigione.

I sintomi

I sintomi delle due patologie sono sovrapponibili: diarrea, prevalentemente con scariche numerose talvolta anche notturne, frequentemente in presenza di sangue ed espulsione di muco, tenesmo (sensazione di non aver liberato completamente l’intestino), nausea, dimagramento, stanchezza, febbricola. A volte sono presenti dei sintomi extraintestinali, anche in assenza di quelli intestinali, come l’eritema nodoso, la colangite sclerosante o l’artrite o la spondilite anchilosante, disturbi oculari.

La diagnosi differenziale può non essere facile e talvolta permane il dubbio diagnostico, in prima istanza si basa sulla presenza di un marcatore fecale, la calprotectina, per passare attraverso la rilevazione di indicatori ematici come la PCR e la VES e non può prescindere dalla colonscopia con annesse biopsie per effettuare l’esame del tessuto.

Un importante aiuto dall’alimentazione

Per quanto riguarda l’approccio alimentare, non sarà una cura, ma può aiutare a ridurre l’infiammazione, contenendo le scariche, aiutando e migliorando lo stile di vita e, nei casi più fortunati a far entrare in una fase di remissione più lunga.

In queste patologie è importantissima la personalizzazione e il dialogo costante per ottimizzare i dettagli, anche se possiamo individuare un approccio di base che prevede l’eliminazione di alimenti che favoriscono le infiammazioni come grassi cotti, carni rosse, alcol, farine raffinate e spesso anche alimenti con glutine (perché è una sostanza che tende a stimolare il sistema immunitario), formaggi stagionati, pesci e carni conservate ( per l’elevato contenuto di istamina), cioccolato e dolci in genere. Per quanto riguarda frutta, verdura e legumi dipenderà dallo stato della malattia. Per contro si aumenteranno gli alimenti ricchi di grassi antinfiammatori come oli spremuti a freddo, semi oleosi se possibile, olio di cocco, erbe aromatiche, alcune spezie come la curcuma, riso integrale o semintegrale, centrifughe o succhi di verdure (non di frutta che tenderebbe a fermentare) valutando caso per caso quale e quanta verdura viene tollerata. Benissimo poi tutti gli alimenti fermentati dallo yogurt al kefir di latte o acqua, crauti e giardiniere di verdura. Infine, ma non ultimi troviamo un valido aiuto nei probiotici, che devono essere di ottima qualità e con ceppi idonei per non spendere soldi inutilmente o ancor peggio per non peggiorare la sintomatologia, e anche in alcune piante tra cui la Curcuma longa e la Boswellia serrata.

Cosa posso fare per Te

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