Reflusso e Dieta Mediterranea

La Nostra Salute

Il reflusso gastroesofageo è uno dei disturbi più diffusi di questo periodo storico. A volte si manifesta in modo plateale con dolore retrosternale e tachicardia, tanto da far temere l’infarto, molto più spesso con manifestazioni subdole e sfumate come un po’ di tosse al risveglio, fastidio a uno o entrambe le orecchie, sternuti o irritazioni al naso, abbassamento della voce. Quando poi ci rivolgiamo all’otorinolaringoiatra scopriamo che, invece di avere un problema all’apparato respiratorio o uditivo…abbiamo il reflusso!

Alimentazione e alcalinizzazione, la coppia vincente!

C’è però una buona notizia: nella maggior parte dei casi seguendo un’alimentazione adeguata con l’aggiunta di qualche integratore, possiamo risolverlo egregiamente. Ovviamente prima si inizia e meglio è!

Questa affermazione deriva dalla mia pratica trentennale come nutrizionista, ma è stata anche supportata da uno studio interessante pubblicato nel 2017 sulla prestigiosa rivista JAMA Otolaryngology–Head & Neck Surgery. In questo studio si mette a confronto l’utilizzo di farmaci antiacidi con un intervento di tipo alimentare, una dieta a base di prodotti prevalentemente vegetali (Dieta Mediterranea) affiancato dall’utilizzo di acqua alcalina (ndr che io sostituisco con bicarbonati o citrati).

Nello studio a tutti i pazienti era escluso il consumo di caffè, the, cioccolato, cibi molto grassi, fritti o piccanti e alcool. Dei 184 pazienti reclutati, 99 hanno seguito un regime alimentare che prevedeva ortaggi, frutta, semi oleosi, cereali integrali, solo 2-3 volte alla settimana proteine animali e tutti i giorni acqua alcalina, i restanti 85 non hanno ricevuto particolari indicazioni dietetiche ma solo la tradizionale terapia con il gastroprotettore. I pazienti sono stati seguiti per 6 settimane.

Nonostante i limiti di questo studio (retrospettivo, con scarsa numerosità dei pazienti) i risultati sono stati interessanti perché nel gruppo con trattamento farmacologico si è avuto un miglioramento nel 54% dei casi, in quelli con Dieta Mediterranea e acqua alcalina nel 63%.

Quindi vale sempre la pena di provare prima l’approccio alimentare anche perché gli antiacidi, se utilizzati a lungo termine, hanno degli effetti collaterali: riduzione dell’assorbimento della vitamina B12 con un possibile aumento dell’incidenza della demenza senile, del ferro non eme (quindi poi ci scopriremo anemici), del magnesio (potremmo andare incontro ad aritmie, crampi muscolari, sbalzi d’umore, ecc.), un ridotto assorbimento del calcio con un maggior rischio di fratture, e, per l’alterato pH gastrico e intestinale, una maggior predisposizione a infezioni intestinali da Clostridium difficile e polmonari.

Possiamo qui riassumere le indicazioni di massima, che poi vanno confezionate caso per caso:

aumentare il consumo di acqua, verdure abbondanti a tutti i pasti. Consumo quotidiano di semi oleosi e cereali integrali e plurisettimanale di legumi. Ridurre il consumo di proteine animali (pesce, carne, uova, formaggi) a 3-4 volte alla settimana e preferibilmente a pranzo.

Sicuramente da provare!

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