Sindrome premestruale e dismenorrea, come intervenire con l’alimentazione

La Nostra Salute

Molte donne pensano che soffrire di dismenorrea sia una condizione normale, ma non è così a meno che non si sia in presenza di stati patologici come endometriosi, cisti ovariche, infezioni uterine, o patologie degenerative.

Le manifestazioni della sindrome premestruale variano molto da donna a donna, anche in base alla sopportazione individuale del dolore, e possono spaziare dal mal di testa alla nausea e inappetenza, stanchezza, irritabilità, dolori al seno, stipsi o diarrea, fame di dolci, aumento di peso, dolori al basso addome e alla schiena (dismenorrea).

I dolori legati al ciclo mestruale sono una conseguenza della produzione di prostaglandine da parte del tessuto endometriale che si sfalda. Queste prostaglandine, se sono in concentrazioni particolarmente elevate, stimolano le contrazioni uterine con la comparsa di dolori al basso ventre che possono riflettersi anche in zona lombare. A causare le contrazioni sono gli stessi ormoni che intervengono nel parto, ma le contrazioni per fortuna sono di intensità minore.

Cosa aumenta l’infiammazione?

L’aumento delle prostaglandine dipenderà dalla situazione di partenza, se l’intestino è un po’ infiammato, a volte anche in modo asintomatico, vi saranno già prostaglandine infiammatorie di base e con il cambiamento ormonale sarà più facile superare la soglia che produce dolore. Per questo motivo con l’alimentazione prima di tutto sarà importante prendersi cura dell’intestino.

Regola numero uno è liberare l’intestino tutti i giorni, per non trovarsi nei giorni fatidici con delle feci ristagnanti che andranno a favorire le infiammazioni. Per favorire il transito intestinale e ridurre le infiammazioni non bisogna dimenticare l’acqua, almeno 2 litri al giorno; poi ci vengono in aiuto molti alimenti: le verdure che vanno consumate tutti i giorni a tutti i pasti (quelle verdi sono particolarmente ricche di clorofilla e magnesio con azione antinfiammatoria), il consumo quotidiano di cereali integrali, frutta, semi oleosi e plurisettimanale di legumi. I cereali integrali e i semi oleosi contengono, oltre alle fibre, anche magnesio che aiuta a ridurre le contrazioni uterine e acidi grassi essenziali che riducono la produzione di prostaglandine.

Se questo non è sufficiente si possono utilizzare i semi di lino ammollati, i semi di psillio o degli integratori di magnesio citrato.

Per quanto riguarda la prevenzione specifica dei dolori io trovo miglioramenti consigliando un bicchiere di succo di carota al giorno a partire dall’ovulazione in poi. La carota contiene molta vitamina A e fitoestrogeni che aiutano a diminuire l’infiammazione, inoltre contiene ferro che aiuta a far fronte alla sua riduzione caratteristica del ciclo.

Da tener presente invece che lo zucchero aumenta tutte le infiammazioni, mentre i latticini tendono a favorire la stipsi o la diarrea, a seconda dei casi, e contengono dei grassi che favoriscono l’aumento delle prostaglandine infiammatorie. A volte basta toglierli la settimana prima del ciclo altre volte vanno eliminati per un periodo più lungo, ma queste sono valutazioni da fare caso per caso.

Le piante che aiutano a contrastare i dolori femminili

fiori di camomilla: è un infuso classico è però importante farlo nel modo giusto acquistando i fiori (non le bustine di cui non conosciamo il contenuto) e lasciarlo in infusione 15-20 minuti permettendo così di estrarre l’azulene, il principio attivo con azione antinfiammatoria e antispastica; attenzione a quelle donne a cui la camomilla fa l’effetto eccitante, se siete in questo gruppo evitate questo infuso alla sera

salvia: contiene fitoestrogeni che aiutano a regolarizzare il flusso mestruale e aiutano ad alleviare i sintomi dolorosi e umorali della sindrome premestruale, può essere di aiuto anche in menopausa

achillea: pianta femminile che aiuta a ridurre i dolori premestruali grazie alla sua azione antispastica e il tono dell’umore grazie a suo contenuto di fitoestrogeni, inoltre ha un’azione astringente e quindi è indicata per ridurre i flussi troppo abbondanti.

Oltre a queste piante, che potete autogestirvi sotto forma di tisane, ve ne sono altre e altre preparazioni erboristiche più concentrate che però vanno consigliate in modo individualizzato da esperti del settore.

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