Tiroide, la farfalla che dà ritmo

ed equilibrio al corpo

La Nostra Salute

  • È la regia occulta dell’organismo, regolatrice di tutta la sua vitalità. E se fa le bizze, provoca malattie croniche, per fortuna per lo più benigne.
  • A essere colpite sono più spesso le donne, ma occhio signori uomini: la diffusione delle tiroiditi è in aumento.
  • E se provassimo a scoprire le malattie tiroidee in chiave olistica?

Somiglia a una farfalla e se ne sta proprio lì, alla base del collo, e zitta zitta tira le fila di tutto l’organismo: è proprio la tiroide a regolare l’umore, la temperatura e il peso corporeo, la fertilità, il ritmo del cuore, la digestione, l’assimilazione del cibo…

E se non funziona?

Forse anche voi temete di “avere la tiroide”, ma tranquilli, con questa ghiandolina endocrina ci si nasce! Diverso il caso di diventare ipotiroidei (fiacchi, freddolosi, torpidi, con una tendenza all’adipe) o ipertiroidei (magri, nervosi, iperattivi). Allora si possono percepire sintomi come affaticamento psicofisico e cambiamenti dell’umore. Ma per ammalarsi bisogna esserci portati, cioè avere le tiroiditi in famiglia, anche se a volte ci colpisce anche senza familiarità. Tuttavia per mantenere il più possibile efficiente la preziosa ghiandola qualcosa si può fare, e la risposta è – indovinate un po’ – lo stile di vita!

LA PROSPETTIVA OLISTICA

Il cibo ultraprocessato. A naso, vi sembra che la dieta basata su cibi trasformati industrialmente, con pochi nutrienti e tanti additivi chimici, possa far bene alla tiroide (e alla salute in generale)? Il consumo ripetuto può portare a un’infiammazione cronica dell’organismo, che tra l’altro è associata a problemi a questa ghiandola, come la tiroidite di Hashimoto (la forma autoimmune di ipotiroidismo). Anche senza arrivare alla forma autoimmune, l’infiammazione potrebbe comunque favorire l’ipotiroidismo. Inoltre, a causa dei numerosi processi che subiscono, i cibi ultraprocessati sono poveri di nutrienti e sono pure in grado di sottrarli all’organismo. Per esempio gli zuccheri, i dolcificanti e il fruttosio di cui questi cibi sono spesso ricchi possono interferire con l’assorbimento di alcuni minerali, e lo stesso vale per gli additivi e i conservanti. La carenza di minerali come iodio, selenio e zinco, ma anche di vitamine come la B e la D, possono influire sulla funzione tiroidea. E stendiamo un velo sulla salute intestinale!

L’inattività domestica. Trascorriamo la maggior parte del tempo su una sedia (o sul divano!) al chiuso, con luci artificiali e una temperatura pressoché costante estate e inverno. Invece la tiroide ha bisogno di luce naturale e di sbalzi di temperatura per mantenersi attiva. Non appena si può – meglio se al mattino e a metà pomeriggio – bisogna dunque uscire, naturalmente a piedi o in bici.

Stress e problemi assillanti. Il primo, ormai lo sappiamo, è capace di tutto, soprattutto se non riusciamo a gestirlo almeno un po’. I secondi rodono come un tarlo… e bisogna cercare in qualche modo di venirci a patti!

Fumo. Che non fa bene già si sapeva. In ambito tiroideo, il fumo complica le forme autoimmuni che colpiscono la nostra ghiandola (la citata tiroide di Hashimoto e la malattia di Graves, collegata con l’ipertiroidismo). Altera pure i test di funzionalità tiroidea e può favorire la metastasi nel tumore alla tiroide. Inoltre in gravidanza il fumo tanto attivo quanto passivo può influire sulla funzione tiroidea di mamma e bebè.

Alcol. Secondo gli studi, l’alcol potrebbe influire direttamente sulla funzione tiroidea danneggiando le cellule. La scienza non è arrivata a conclusioni certe, ma ciò non significa via libera al consumo, dato che comunque l’alcol provoca moltissimi problemi di salute – oltre 200, per l’OMS.

Lotta alle tossine

I fattori ambientali hanno un enorme influsso anche sulla malattia tiroidea. Sotto accusa finiscono prima di tutto gli interferenti endocrini che assumiamo con cibi contaminati da pesticidi o da tossine presenti nelle plastiche alimentari (bisfenolo A, ftalati), e nell’acqua potabile (i famigerati PFAS, come denunciato in un recente rapporto di Greenpeace1). Gli interferenti endocrini alterano il funzionamento degli ormoni – quelli tiroidei compresi. Nei fattori ambientali rientrano anche radiazioni, smog, traffico e microplastiche, ritenuti all’origine di tumori tiroidei, che vedono un aumento di casi nella fascia di età 15-19 anni. Premesso che per fortuna questi tumori hanno un’alta percentuale di guarigione (95%), non va dimenticato che i bambini risentono maggiormente dei fattori ambientali, perché la loro tiroide non riesce a gestire bene le tossine come quella degli adulti.

Per sfuggire quanto più possibile alle tossine bisogna cercare di crearsi un ambiente sano, scegliendo materiali naturali per gli arredi, evitando l’utilizzo di plastica in cucina, così da scongiurare la trasmigrazione dai recipienti al cibo, e acquistando alimenti bio.

CIBI PER LA TIROIDE

Se la dieta equilibrata è essenziale, non tutti i cibi vanno però bene. Per cominciare, ci possono essere dei problemi con i cereali contenenti glutine – farro, kamut, grano, segale, avena, spelta, tritticale e orzo – per lo meno per quanto riguarda le due forme di tiroidite autoimmune. L’ipotesi è che alla base della problematica ci sia la presenza di una proteina per certi versi simile, presente appunto nel glutine e nella tiroide. Gli autori di una metanalisi del 20232 – considerata la prima a indagare sugli effetti della dieta gluten free sulla tiroidite di Hashimoto – concludono che togliere il glutine influisce positivamente “sulla funzione della tiroide e sulla sua infiammazione, soprattutto in pazienti con tiroidite di Hashimoto e altre condizioni legate al glutine”. Avvertono però che le evidenze non sono sufficienti per consigliare a tutti i malati questo approccio. Nel dubbio, non guasta tuttavia limitare un po’ i cereali con il glutine. Quale che sia la forma di tiroidismo di cui si soffre, è bene ricordare di integrare nella dieta micronutrienti come le vitamine del gruppo B, lo zinco e il magnesio.

Un alimento controverso nelle malattie tiroidee è la soia, che contiene sostanze gozzigene capaci di ridurre la funzionalità tiroidea. Non è dunque indicato per gli ipotiroidei, ma devono starci attenti anche gli ipertiroidei, perché a volte la soia risulta stimolante per una tiroide già su di giri.

In ambito dietetico la scelta bio è quella di elezione, con particolare attenzione anche all’uso di contenitori di vetro per il cibo (vedi il paragrafo sulle tossine).

Mangiare con l’ipotiroidismo

Per la produzione degli ormoni tiroidei sono indispensabili due sostanze: lo iodio e la tirosina (amminoacido presente nei prodotti animali e nei semi oleosi). Una forte carenza di iodio può portare addirittura alla formazione del gozzo, ma un suo eccesso può favorire l’autoimmunità. Per fortuna questo minerale è reperibile facilmente nel sale marino integrale e ne sono una buona fonte i frutti di mare e le alghe. Particolarmente valide quelle brune che, oltre allo iodio, contengono il selenio, anch’esso importante nell’ipotiroidismo perché stimola l’attività ormonale della tiroide. Questo minerale si trova pure nelle noci del Brasile. Sotto i riflettori troviamo le brassicacee (tutta la famiglia dei cavoli e le rape senape compresa) che, soprattutto se crude,pare possono rallentare l’attività tiroidea interferendo con la disponibilità dello iodio…ma bisogna mangiarne proprio tante per rallentare la tiroide, i ricercatori dicono addirittura 1 kg al giorno! E quindi non preoccuparti del consumo, magari non quotidiano di cavolo cappuccio, rucola, broccoli e cavoli crudi, anche perché i loro vantaggi per la nostra salute ad esempio come antitumorali, sarebbe veramente un peccato non sfruttarli. Quando invece vengono sottoposte a cottura, anche breve, non viene attivata la sostanza antitumorale, la stessa che interferisce con la tiroide e quindi non sussiste nessun problema.

Altra cosa importantissima per la tiroide è il timing dei pasti e l’assunzione delle proteine. Evita di saltare i pasti soprattutto la colazione e il pranzo perché con il digiuno la tiroide rallenta. Dopo il digiuno notturno è importantissimo fare una buona colazione entro un’ora dal risveglio, suggeriscono i ricercatori, bilanciata tra carboidrati a basso indice glicemico e sempre una fonte di proteine perché gli ormoni tiroidei sono proteici e la loro produzione è stimolata dall’assunzione di proteine. Questa regola vale anche per il pranzo: un bel carico di proteine, per mantenere una buona produzione di ormoni tiroidei nel pomeriggio, abbinate a verdure e carboidrati a basso indice glicemico.

Mangiare con l’ipertiroidismo

Sono indicati i cibi che diminuiscono la produzione di tiroxina: tra questi legumi, fragole, carote, pesche, lino, miglio, pinoli, pere, fragole, spinaci, patate dolci – tutti alimenti che comunque gli ipotiroidei possono mangiare con moderazione. Le brassicacee vanno bene ma senza esagerare, perché possono interferire se si assumono medicinali. Da evitare poi le bevande stimolanti con tè e caffè; ottima invece la melissa, indicata infatti per tutti gli stati di agitazione (ansia, insonnia, tachicardia, palpitazioni). In questo caso invece il digiuno, occasionale, solo di qualche pasto deciso con una figura professionale preparate, può essere un valido aiuto. Inoltre la colazione, abbondante, bilanciata e a basso indice glicemico, dovrà contenere poche proteine prevalentemente vegetali, ed anche il pranzo sarà importante che segua le stesse linee.

Per approfondire potrebbe interessarti anche questo mio precedente articolo:

Alimentazione per la Tiroide

Note

  1. Piticchio T, Frasca F, Malandrino P. et al. “Effect of gluten-free diet on autoimmune thyroiditis progression in patients with no symptoms or histology of celiac disease: a meta-analysis”. Front Endocrinol (Lausanne). 2023 Jul 24;14:1200372.
  2. https://www.greenpeace.org/italy/storia/26119/pfas-analisi-acqua-potabile-in-tutte-le-regioni-d-italia/

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