L’importanza del padre nei primi 1000 giorni del bambino

La Nostra Salute

Quando pensiamo a mettere delle buone basi sullo sviluppo e la salute di un nascituro i riflettori sono puntati sulla donna perché nel suo grembo si svilupperà il feto….ma il papà? Mette proprio solo il semino? La ricerca ci dice che non è così, anche lo stile di vita del futuro papà incide molto sullo sviluppo fetale e addirittura sulla salute del figlio anche in età adulta, vediamo insieme più nel dettaglio.

La teoria dei primi 1000 giorni 

Il dott. David Barker, un epidemiologo inglese, nel 1990 formulò l’ipotesi che lo sviluppo intrauterino sia determinante per la salute cardiovascolare dei figli in età adulta. Questa ipotesi nei decenni successivi è stata confermata ed ampliata grazie ai lavori di numerosi ricercatori ed ora è chiaro che lo stile di vita dei genitori (l’alimentazione, la vita emozionale, il contatto con sostanze chimiche ambientali, ecc.) nei primi 1000 giorni di vita del bambino (dal concepimento ai 2 anni compiuti), ma addirittura fin da prima del concepimento, metterà le basi per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, tumorali, neurologiche ecc. nell’età adulta.

Iniziamo dal ruolo del papà 

Spesso il ruolo del padre sullo sviluppo delle malattie nei figli viene visto solo da un punto di vista genetico: se ci sono dei geni di malattia nei cromosomi all’interno dello spermatozoo ci sarà una trasmissione della malattia. In realtà la trasmissione di predisposizioni a malattie va ben oltre. Non è sufficiente che ci sia il passaggio del gene, e la cosa ancora più sorprendente è che non è nemmeno necessario che il padre passi la genetica per l’obesità o alcuni tipi di tumori o per l’ipercolesterolemia o per il diabete o per malattie cardiovascolari per trasmetterle alla prole, questa trasmissione avviene anche nel caso in cui il futuro padre prima del concepimento abbia avuto uno stile di vita non sano (alimentazione ricca di carni, zuccheri e povera di frutta e verdura, sedentarietà, uso di alcol, fumo, ecc.). Se il padre ha delle abitudini poco sane, e/o svolge un lavoro a contatto con sostanze tossiche, soprattutto nei 6 mesi precedenti il concepimento, all’atto del concepimento questa “informazione” verrà trasmessa perché sarà in qualche modo “impressa” nel liquido seminale. Questa informazione influirà negativamente sul peso alla nascita, sullo sviluppo neurologico, delle ghiandole endocrine, del sistema immunitario e cardiovascolare del feto minando le basi della salute del bambino nei primi anni di vita, ma anche nell’età adulta. Uno degli esiti più frequenti è l’obesità infantile, già dai 4 anni alcuni bambini sono evidentemente sovrappeso, con la “pancia”, purtroppo questa situazione, troppo spesso sottovalutata, è la base su cui si svilupperanno malattie cardiovascolari e oncologiche in giovane età o da adulti.

Poi c’è l’esempio

Questo è un altro aspetto da non sottovalutare…Dopo la nascita il bimbo prende come modelli di comportamenti le figure a lui più vicine che solitamente sono i genitori. Se il papà non ha a cura il proprio stile di vita, se mangia sregolato o basa la sua alimentazione su alimenti non sani, il bambino assorbirà questo modello e preferirà alimenti confezionati a quelli freschi, sarà pigro e non si muoverà volentieri, sarà dipendente dallo schermo, ecc.

Cosa può fare il papà?

Prendendosi cura della propria salute il futuro papà la trasmette anche ai propri figli! Questo è un modello molto importate che un padre può passare a un figlio: aggiustare lo stile di vita per stare bene e vivere al meglio. Questo comporterà di conseguenza alimentarsi in modo sano, senza diventare fanatici, muoversi quotidianamente, senza necessariamente diventare grandi sportivi se non se ne ha il piacere, fare attività che aiutino a vivere più serenamente e a gestire lo stress. Se tutto questo farà parte dello stile di vita del padre almeno a partire da 180 giorni, 6 mesi, prima del concepimento, le abitudini verranno trasmesse al nascituro e questo bagaglio andrà addirittura a ridurre il manifestarsi di malattie scritte nel genoma, ereditarie, e quindi un bimbo che eredita dal padre la genetica per l’infarto o per il tumore alla prostata, se il padre si sarà preso cura del proprio stile di vita, la genetica sarà quasi irrilevante, se invece lo stile di vita non sarà sano la genetica per le malattie, come dicevamo, verrà potenziata. Il padre sarà bene che faccia attenzione alle proprie abitudini, a prescindere che nessuno di questi fattori può cambiare i geni, però tutti sono in grado di alterarne il loro funzionamento. 

Per questo è così importante dare rilevanza alle sane abitudini, quando decidiamo di mettere al mondo un figlio, vogliamo per lui tutto il bene e la salute possibile, e vogliamo la sua salute, che sia appena nato, che sia adolescente, che sia un adulto, perché per tutta la vita sarà sempre nostro figlio, anche se costa sacrifici; in questo caso i sacrifici sono intesi come una volontà ed una costanza a seguire un percorso di vita sano, e non è cosi difficile se si ha la consapevolezza che lo facciamo per il nostro e il suo bene, e che questo porterà salute e beneficio a tutta la famiglia

Poi continuando a parlare di padri, il figlio di un papà fumatore ha un aumentato rischio di ammalarsi più frequentemente di malattie respiratorie come broncospasmo e asma, oltre ad avere maggiori possibilità di diventare fumatore una volta cresciuto. Sostanze come alcool e droghe possono avere un impatto negativo sulla psiche paterna, andando a compromettere l’equilibrio emotivo di tutta la famiglia e intaccando quell’atmosfera di sicurezza emotiva di cui il bambino ha un essenziale bisogno, soprattutto se siamo all’interno dei primi 1000 giorni di vita.

E la mamma? … Lo vedremo in un prossimo articolo.

Foto di Ksenia Chernaya  in Pexels.

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