Insulinoresistenza, un disturbo sottovalutato

La Nostra Salute

L’insulinoresistenza è una condizione in cui i tessuti periferici, soprattutto la muscolatura diventa meno sensibile all’azione dell’insulina, riducendo la possibilità di immagazzinare lo zucchero circolante sotto forma di glicogeno. Questa situazione porta ad un circolo vizioso tale per cui il pancreas produce sempre più insulina (è come quando iniziamo a sentirci meno, aumentiamo il volume di radio e tv che peggiorerà l’udito!) e nel tempo tende ad esaurirsi sfociando in diabete, per questo si dice che l’insulinoresistenza sia l’anticamera del diabete. Ce ne possiamo accorgere guardano gli esami del sangue, quando la glicemia inizia a salire oltre i 90 mg/dL meglio iniziare a correre ai ripari!

Durante la fase di insulinoresistenza la maggior produzione di insulina provoca diversi guai: una liberazione di trigliceridi dal tessuto adiposo (spesso si rileva anche dagli esami del sangue con aumento dei trigliceridi circolanti), il fegato li trasforma in glucosio, con ulteriore aumento della glicemia. Ridotta produzione da parte del fegato della SHBG (sex hormone binding globulin) con conseguente aumento degli ormoni sessuali liberi, situazione che insieme all’iperglicemia favorisce la comparsa di alcuni tipi di tumore. Deposizione di grasso viscerale che a sua volta favorisce la comparsa di ipertensione e obesità.

L’importanza dello stile di vita

L’insulinoresistenza, se non è legata alla presenza di patologie o dall’uso di alcuni farmaci, dipende dall’invecchiamento precoce delle membrane cellulari in conseguenza alla sedentarietà e all’alimentazione lontana dalla Dieta Mediterranea. Mettendo in atto una corretta alimentazione, attività fisica regolare e magari aiutandosi con qualche integratore si possono ottenere dei buoni risultati, ma ci vuole molta pazienza e perseveranza i tempi dipendono dalla reattività residua dell’organismo.

L’intervento alimentare tocca dei punti importanti che hanno un duplice obiettivo: da una parte di evitare un eccessivo rialzo della glicemia dopo i pasti e dall’altra di migliorare l’elasticità delle membrane cellulari, condizione base per il recupero della sensibilità all’insulina.

Vediamoli insieme:

  • Evitare di far salire velocemente la glicemia e quindi bisogna contenere l’indice glicemico dei pasti con alcune strategie: evitare di consumare zucchero in qualsiasi forma, aggiunto o già presente tra gli ingredienti.
  • Consumare sempre un antipasto di verdure crude, rallentano l’assorbimento dei carboidrati che consumeremo nel resto del pasto e contengono molti antiossidanti che aiutano a migliorare l’elasticità delle membrane cellulari, favorendo la guarigione;
  • Usare olio extravergine di oliva spremuto a freddo perché contiene molte sostanze che proteggono le membrane cellulari migliorando la risposta all’insulina
  • Evitare oli di semi se non sono spremuti a freddo perché contribuiscono a creare rigidità nelle membrane riducendo la sensibilità all’insulina
  • Consumare quotidianamente cereali integrali, in particolar modo orzo e avena hanno dei carboidrati che vengono assorbiti molto lentamente e potete sostituirli al riso
  • Preferire proteine con grassi omega 3 come il pesce
  • Evitate il pane lievitato con lievito di birra e consumate solo pane panificato con pasta madre
  • Se mangiate pasta prediligete i formati lunghi
  • Consumate quotidianamente noci e semi oleosi
  • Tante erbe aromatiche e poco sale per evitare di favorire l’irrigidimento delle membrane cellulari

L’attività fisica

È di fondamentale importanza perché il muscolo durante l’attività fisica può utilizzare gli zuccheri in eccesso anche in caso di insulinoresistenza. L’ideale è l’attività aerobica come la camminata veloce, la camminata nordica e la corsa, per chi ci è abituato.

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